Salute e Fraternità ∙ Il cinema secundo René Vautier
Documentario di Orianne Brun-Moschetti
Qual è il ruolo del regista nella società? Come possiamo fare un cinema di contropotere? Concepito come un viaggio attraverso il tempo e i film, Salut & Fraternité ripercorre la carriera del cineasta René Vautier, confrontando la sua testimonianza con quella di altri cineasti. Iniziata da Nicole Brenez, Annick Lemonnier e Philippe Grandrieux nell'ambito di un progetto di raccolta di ritratti documentari di
ritratti documentari di cineasti impegnati, portato a termine con il sostegno di Moïra Chappedelaine-Vautier, figlia di René Vautier, e della sua casa di produzione Ciaofilms, il film è un ibrido di molti archivi, alcuni dei quali risalgono a più di trent'anni fa.
Ogni film di René Vautier è un pamphlet, uno scudo per gli oppressi e le vittime della storia, una piccola macchina da guerra per gli oppressi e le vittime della storia, una piccola macchina da guerra
per la giustizia. E come le armi in un maquis, vengono scambiate, prestate, scartate, distrutte, perse o nascoste
e a volte dimenticate per lungo tempo nel loro nascondiglio. In questo senso, ciascuno dei film di René è un caso emblematico.
Per quanto sfregiati, sono veramente belli, non solo nella
bellezza, in senso plastico e stilistico, ma in senso
di un cinema elevato alla pienezza della sua necessità e potenza.
Il suo cinema rivela una concezione precisa e ampia dei diritti e dei doveri dell'immagine:
documentare, dire la verità, fare giustizia,
dialogare con altre immagini e informazioni, contraddire,
contrattaccare, convincere. Le immagini sono argomenti di un dibattito visivo senza fine, dal quale l’unico orizzonte è uno stato del mondo più giusto.
Il film di Orianne Brun-Moschetti, strutturato dalle iniziative e dai principi
e principi messi in atto da René Vautier, non solo fa luce sul percorso particolare di Vautier, ma nella sua stessa precisione e singolarità,
ha un significato generale che riguarda tutti coloro che praticano,
pratiche, forme, problemi e questioni di immagini. [Nicole Brenez]